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Ma cosa c’entra il Tar?

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Il Tar del Lazio si è pronunciato sui criteri di nomina della Commissione che ha giudicato l’opportunità di fare o non fare una sperimentazione del metodo Stamina a spese della fiscalità generale. Com’è noto, la Commissione, composta da noti esperti della materia, aveva deciso che non ci sono evidenze cliniche tali da giustificare lo strazio di decine di pazienti sottoposti a una terapia che non ha alcun riscontro medico concreto. Quindi, innanzitutto, i commissari avevano tenuto conto delle sofferenze inutili e dei rischi legati a una terapia del tutto ignota cui sarebbero stati sottoposti i pazienti. E poi, resta che questo scempio sarebbe stato fatto utilizzando tre milioni di euro sottratti a sperimentazioni più adeguate, alla routine degli ospedali, alle mille carenze del nostro sistema sanitario nazionale.

L’esperto di marketing Davide Vannoni, che detiene il brand Stamina, aveva, come nel suo pieno diritto, fatto ricorso al Tar del Lazio perché aveva ritenuto che i commissari non fossero imparziali. Stiamo parlando di questi signori: Fabrizio Oleari, Luca Pani, Alessandro Nanni Costa, Maria Grazia Roncarolo, Vincenzo Silani, Bruno Dallapiccola, Generoso Andria, Stefano Di Donato, Antonio Federico, Maurizio Scarpa, Giulio Cossu, Luigi Pagliaro, Amedeo Santossuoro, Patrizia Popoli, Maria Cristina Galli. E ognuno può andare a verificare che non è proprio gente che passava di lì per caso (magari con una laurea in sociologia). Comunque, il Tar ha accolto l’istanza di Vannoni, destituito di liceità la commissione e di conseguenza i suoi pronunciamenti.

Detti i fatti, però, restano alcune considerazione che non possono essere taciute.
1) la prassi di chiedere a un tribunale amministrativo di pronunciarsi su una materia scientifica e medica è un obbrobrio etico-politico. In tutti i paesi civili esistono organi tecnici che hanno una piena autonomia di giudizio. Sono tecnici e rispondono solo alla ragion scientifica. Cosa c’entra il Tar?

2) sempre nei paesi civili se tra gli organi tecnici e il “sentire popolare” si genera una frattura, interviene la politica che ha proprio il compito di mediare e decidere senza sbracare al primo ruggito televisivo. come ha fatto l’ex ministro Balduzzi obbligando il Parlamento a varare la sperimentazione Stamina senza alcuna ragion medica.

3) il Tar del Lazio chiede al ministro di rivedere tutto l’affaire Stamina. Perché? A che titolo? Forse al suo interno opera una task force di esperti di cellule staminali? Se una sentenza è amministrativa, come si permettono i magistrati laziali di interferire con le questioni mediche?

4) il ministro Lorenzin aveva agito saggiamente e ben consigliata. Dobbiamo forse immaginare che il sociologo Vannoni voglia ora forzarle la mano e farle decidere di mandare avanti la sperimentazione senza l’impiccio di avere un parere meditato di chi ci capisce sul serio? speriamo davvero di no.

5) la senatrice a vita Elena Cattaneo ha annunciato e già avviato l’iter per avere una commissione del Senato che indaga su tutto l’affaire Stamina: dalle ingiustificate terapie somministrate dall’ospedale pubblico di Brescia al decreto Balduzzi. Allora, bocce ferme. Sarebbe stato bello che il ministro avesse fermato tutto, aspettato i risultati dell’indagine e poi, nel caso, rinominato la commissione. E intanto, chi somministra qualunque terapia non approvata né della quale è stata approvata la sperimentazione va in galera. Purtroppo, invece, il ministro ha fatto tempestivamente sapere che provvederà, già nelle prossime ore, alla nomina dei nuovi componenti del Comitato scientifico, scelti anche tra esperti stranieri.

Vannoni ha comunque già detto che nel suo centro di Miami ci si può curare come egli ha vaticinato: possibile che questo non insospettisca nessuno?


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